Report del Coordinamento nazionale di Eurostop del 16 giugno

Sabato 16 giugno si è riunito il Coordinamento nazionale di Eurostop per discutere la fase politica apertasi con il nuovo governo e la gestione dei punti di lavoro, in particolare la campagna sulla proposta di legge per il referendum sui Trattati europei e il contributo dentro l’esperienza di Potere al Popolo. Eurostop è impegnato con tutti i suoi militanti alla costruzione di Potere al Popolo come soggetto politico pieno, superando tutte le posizioni che dentro di esso frenano o ostacolano questo obiettivo.. Le assemblee territoriali e l’assemblea di Potere al Popolo prevista per la fine di settembre, devono vedere l’impegno e la partecipazione di Eurostop così come la valorizzazione della presenza e dell’iniziativa di PaP. Nell’ambito di questo impegno Eurostop si caratterizzerà sui seguenti temi e con le seguente valutazioni:

1) Sulla campagna per il referendum, tutte le compagne e i compagni di Eurostop sono stati sollecitati a spingere al massimo sia per la raccolta delle firme necessarie (ne servono 60mila per stare in sicurezza e abbiamo tempo fino ad ottobre), sia nel concepire l’iniziativa come una campagna politica, quindi con incontri, riunioni, attivi, confronti pubblici o ristretti con gruppi interessati a discuterne o ad avere chiarimenti sul senso di una battaglia che sostanzialmente mette al centro la contraddizione tra diktat dei trattati europei e democrazia/sovranità popolare sulle decisioni strategiche.

Riteniamo che questo sia uno dei terreni capace di sottrarre spazio politico alla destra e di acutizzare le contraddizioni tra il nuovo governo e il voto popolare di protesta che ha intercettato.

Quindi banchetti in piazza, raccolta di firme nei luoghi di lavoro o nelle occasioni pubbliche in ogni occasione possibile. Come noto l’Usb sta contribuendo seriamente alla raccolta delle firme insieme a quelle sull’abrogazione dell’art.81 e questo è un contributo importante, ma è altrettanto importante dare protagonismo ad Eurostop e lì dove ci sono le condizioni e non si creano problemi è auspicabile che le firme possano essere raccolte anche con Potere al Popolo, anche se sappiamo che al suo interno ci sono componenti che non condividono – e talvolta osteggiano – la raccolta di firme per il referendum sui Trattati europei. Se ci sono problemi procediamo come Eurostop, senza polemiche ma magari sollecitando la discussione politica su questo tema.

2) Su Potere al Popolo si è dato un giudizio positivo dei due giorni di assemblea nazionale a Napoli. Sul piano politico sono stati fatti passi in avanti almeno sul piano della rappresentazione pubblica delle questioni su cui c’è discussione, in particolare sulla questione della rottura con l’Unione Europea, sulla questione sindacale e sull’allargamento dell’interlocuzione/aggregazione di Potere al Popolo.

a) Sulla prima delle tre questioni, il coordinamento nazionale di Eurostop rietiene che il “Piano B” elaborato da France Insoumise (rottura anche unilaterale con l’Unione Europea di fronte alla sua irriformabilità, costruzione di un’area euromediterranea come alternativa alla gabbia della Ue) sia la massima mediazione possibile, Al di sotto del Piano B c’è il ritorno ad un “europeismo antiliberista” della sinistra che condanna all’insignificanza e regala alla destra tutto il terreno della critica alla gabbia della Ue e dell’euro.

E’ presto per discutere nel merito delle prossime elezioni europee, ma è evidente che alcuni paletti vanno indicati sin da subito e se ne dovrà discutere nell’assemblea nazionale di Eurostop prevista per la prima metà di settembre. La proposta è quella di fare a settembre una due giorni con un convegno di discussione sulla pubblicazione di Eurostop relativa all’alternativa euromediterranea (che è in discussione/elaborazione) e con l’assemblea nazionale il giorno successivo o precedente al convegno.

b) Sulla questione sindacale nella discussione e nelle scelte di Potere al Popolo, Eurostop ritiene che vada evitata in ogni modo la riduzione ad una sorta di tifoseria Usb contro Cgil o viceversa. Non è questo il punto. La questione è il modello sindacale adeguato al conflitto di classe di questa fase storica e in un mondo del lavoro scomposto e frammentato. In secondo luogo c’è il giudizio sulla funzione di integrazione/complicità di Cgil Cisl Uil con le scelte delle classi dominanti, sia a livello nazionale che europeo. Non è un nodo secondario, al contrario.

c) Infine sull’allargamento di Potere al Popolo ci sono tesi divaricanti. Le componenti più legate alla sinistra residuale ritengono che questa sia il bacino privilegiato di interlocuzione e allargamento, Eurostop ritiene invece che l’interlocuzione e l’allargamento di Potere al Popolo vadano giocate nel rapporto con i settori popolari e le vertenze sociali/sindacali. Non solo. Eurostop ritiene una jattura e una rappresentazione da evitare quella di Potere al Popolo come un soggetto politico della “sinistra”. Gran parte della società percepisce ormai la sinistra come complice o addirittura parte del sistema. L’identità di Potere al Popolo va dunque cercata nella costruzione di un movimento politico, popolare e anticapitalista, che rivendichi i principi e i valori del movimento di classe ma che li sappia declinare con indipendenza e non subalternità alla sinistra liberale. L’indipendenza politica di Potere al Popolo dalla sinistra liberale – che adesso si appresta a rifarsi una verginità con l’opposizione al governo Lega/M5S/euristi – è decisiva per la sopravvivenza e l’affermazione di una proposta politica alternativa e di classe nel nostro paese e in Europa.

d) Dentro Potere al Popolo si sta procedendo la fase di strutturazione. A breve comincerà la campagna di adesioni attraverso la piattaforma online e si comincerà a sperimentare il coordinamento nazionale transitorio con la partecipazione dei rappresentanti delle assemblee territoriali. A settembre ci sarà l’assemblea nazionale che dovrà discutere e decidere sul modello di organizzazione definitivo di Pap. L’invito a tutte le compagne e i compagni di Eurostop è quello di aderire e far crescere le adesioni a Potere al Popolo.E’ evidente che i punti sopracitati (la campagna autonoma di Eurostop sul referendum e il contributo alla discussione dentro Potere al Popolo), indicano anche la funzione e il posizionamento rispetto al nuovo governo e il rapporto con le altre forze in campo.

3) Il governo vede attualmente il protagonismo della sua componente più reazionaria e razzista con Salvini e una sostanziale subalternità del M5S e dei professori messi a garanzia delle buone relazioni con la Bce, i mercati finanziari etc. La gestione della emergenza immigrati, in parte reale ma enormemente amplificata e alimentata strumentalmente, sta diffondendo un senso comune reazionario e razzista spesso insopportabile (e soprattutto inaccettabile). Eurostop ritiene però nefasto che gruppi o intellettuali della sinistra – spesso in base ad un rigetto più che giustificato verso la sinistra liberale – si pieghino a questo senso comune facendolo diventare il proprio. Le ambiguità contro gli immigrati solo apparentemente mettono al riparo dai riti e miti della sinistra liberale, al contrario rischiano di portare dritti alla capitolazione, anche ideologica, verso la destra populista.

La discriminante e la possibilità di controtendenza rimane quella di classe e dell’indipendenza politica, esattamente come è stata declinata nella manifestazione del 16 giugno a Roma e sulla quale hanno sbagliato quei compagni che l’hanno snobbata.

Oggi è evidente una crisi di egemonia delle elìte dominanti liberali in Europa. Per questo motivo il capitalismo sta cooptando i movimenti populisti di destra sui propri interessi (come è sempre avvenuto) per mantenere il dominio di classe sul lavoro e i lavoratori e consentendo le guerre tra poveri “a costo zero”. Eurostop, insieme a Potere al Popolo, intende sviluppare una opposizione politica e sociale dichiarata al nuovo governo, lavorando sulle sue contraddizioni interne in materia di scelte economico/sociali e della democrazia, ma lavorando soprattutto per riconquistare ad una rappresentanza politica di classe quei settori sociali che hanno “votato per vendetta” ma affidato il voto a forze che solo marginalmente, nella migliore delle ipotesi, potranno dar seguito alle aspettative alimentate su lavoro, reddito, welfare, pensioni.

4) In conclusione indichiamo a tutte le compagne e i compagni di Eurostop le date dell’8/9 settembre come il prossimo appuntamento per l’assemblea nazionale e la presentazione/discussione pubblica dell’opuscolo sulla nostra proposta di rottura dell’Unione Europea e di alternativa euromediterranea.