Sabato 3 febbraio: confronto pubblico su “Rottura dell’Unione Europea e sovranità economica

Per sabato 3 febbraio a Roma, Eurostop/Potere al Popolo, ha organizzato una giornata di confronto e discussione pubblica insieme a tutte le componenti che hanno dato vista alla lista unitaria Potere al Popolo, affinchè il confronto rafforzi un processo convergente che ambisce a proseguire anche dopo la scadenza elettorale.

Eurostop ha deciso convintamente di essere dentro l’esperienza di Potere al Popolo, sia per favorire un confronto di merito su questi temi con le forze e alle persone impegnate contro le leggi antipopolari approvate in questi anni, sia per far crescere nei settori popolari e tra i lavoratori la coscienza che la rottura dell’Unione Europea è un passaggio necessario per ogni ipotesi di emancipazione collettiva sul piano politico, economico e sociale.

Le ultime notizie confermano, ad esempio,  che l’approvazione del  micidiale Fiscal Compact – un meccanismo automatico di riduzione del debito pubblico che prevede  anni di lacrime e sangue e tagli dolorosi – si appresta a diventare direttiva europea,  saltando tutta una serie di intralci. Per il nostro paese, un paese ad alto debito pubblico, è l’ennesima ipoteca imposta dall’Unione Europea.

Si conferma così come il “vincolo esterno” della Ue e dell’Eurozona, continuino ad espropriare il nostro – e gli altri paesi indebitati – di ogni possibilità di iniziativa sul piano economico/sociale  né per “mitigare”  né per bloccare i bulldozer dell’austerity.

Questa contraddizione sta diventando insostenibile materialmente ed evidente politicamente. Eppure in questa campagna elettorale  si accetta la totale subalternità a questi diktat dell’Unione Europea o si fa i finti tonti parlando d’altro o parlando come se questi vincoli non siano quelli che determinano l’intero quadro delle priorità economiche e sociali del paese. Su questo Pd, Forza Italia/Lega, M5S e LeU non presentano alcuna significativa differenza tra loro.

La giornata di discussione su “Rottura dell’Unione Europea e sovranità economica” si svolgerà sabato 3 febbraio, dalle 10.00 alle 16.00 presso il centro sociale Intifada (via Casalbruciato 15), in zona Tiburtina.

Eurostop con Potere al Popolo

Dieci punti sulla rottura con l’Unione Europea

  1. Europa e Unione Europea: sono la stessa cosa o due cose ben diverse?

Essere contro la UE significa esserne contro le istituzioni e contro i Trattati, non certo contro l’idea popolare (o addirittura geografica!) di Europa. I Trattati sono proprio quelli che impongono ai popoli europei un’austerità perenne: dal Trattato di Maastricht, a quello di Lisbona, al 6-Pack e 2-Pack al Semestre Europeo, sono tutti pezzi dell’istituzionalizzazione dell’austerità, basata su criteri economici arbitrari e che conducono al “pilota automatico” in caso di sforamento, ovvero al totale esautoramento delle istituzioni democratiche. Le istituzioni sono una Banca Centrale Europea il cui unico obiettivo è quello del contenimento dell’inflazione e non dell’aumento dell’occupazione, la Commissione Europea non eletta democraticamente dai popoli europei ma che riflette i rapporti di forza fra i vari Paesi, perfino il Parlamento Europeo che dovrebbe essere il luogo per definizione dove si attua la sovranità popolare non ha niente di democratico: non esprime né può controllare la Commissione, non ha diritto di proporre leggi, non è realmente responsabile di fronte agli elettori; in pratica la sua unica funzione è ratificare le decisioni della Commissione dandogli una patina di finta democraticità. Se quindi vogliamo trarre delle conclusioni, UE dei trattati e Europa dei popoli sono in aperta contraddizione!

  1. Rompere o riformare i Trattati?

Ma se il problema della UE sono i Trattati e le istituzioni, perché “romperli” quando possono essere “cambiati”, ovvero riformati democraticamente? Semplicemente, perché il meccanismo istituzionale interno alle UE rende la modifica dei Trattati impossibile.  I Trattati (che generano anche le istituzioni: Commissione, Parlamento, BCE…) sono degli accordi internazionali fra governi, e possono essere cambiati solo all’unanimità dei Paesi membri. Non possono essere cambiati dal Parlamento, né dalla Commissione, né da una maggioranza di paesi all’interno del Consiglio d’Europa. Vuol dire convincere tutti ma proprio tutti i governi di tutti i Paesi membri che i Trattati sono sbagliati e le istituzioni antidemocratiche. La Germania, ovvero il blocco politico-industriale tedesco, potrebbe mai cedere su una posizione che le concede un controllo sugli altri paesi europei quasi incontrastato? Evidentemente no. Anche per questo non ha nessun senso l’indicazione di spingere verso una “maggiore integrazione europea” o alla scrittura di una “Costituzione Europea”: anche qua, l’unica possibilità di sviluppare una maggiore integrazione-cooperazione sotto una Costituzione Europea portatrice di istanze sociali quale quella italiana vuol dire prima di tutto rompere con i Trattati attuali, ovvero con la UE stessa. Continua la lettura di Dieci punti sulla rottura con l’Unione Europea

Da Bruxelles una “pioggia di guai” per l’Italia. Ma tutti fanno i finti tonti

di Stefano Porcari*

“È una pioggia di guai quella che, proveniente dall’Unione Europea, negli ultimi giorni si è scagliata sull’Italia”, a scriverlo non è la Piattaforma Eurostop ma Wall Street Italia.

La motivazione ufficiale è la copertura delle perdite di introiti dovuti alla Brexit di Londra dalla Ue. La Brexit costerà circa 12-14 miliardi di euro l’anno in termini di mancate entrate, stimano a Bruxelles e quindi occorre riempire il buco. L’UE sta pensando di adottare due tipi di misure: il taglio dei finanziamenti centrali ai paesi aderenti e l’introduzione di nuove tasse.

Il commissario europeo al Bilancio, il tedesco Gunther Oettinger, vorrebbe effettuare una scelta “equilibrata” a metà: recuperare il 50% del deficit tramite tagli ed il restante 50% introducendo nuove tasse nei paesi aderenti.

Secondo il piano del commissario Oettinger, l’Italia è ovviamente tra gli Stati più colpiti sia dalle riduzioni dei finanziamenti centrali, che dall’introduzione di nuove tasse per recuperare le perdite della Brexit.

Nella giornata di ieri ci si è messa anche la Corte dei Conti europea a girare ulteriormente il dito nella piaga, criticando la Commissione per non aver mai attivato la procedura per squilibri macroeconomici eccessivi, malgrado il fatto che alcuni Paesi come l’Italia non abbiano corretto i loro squilibri.

Il rapporto indica esplicitamente come l’Italia sia rimasta nella categoria di “squilibri eccessivi” per quattro anni consecutivi, sottolineando l’inerzia di una Commissione che invece vorrebbe decisamente più severa. Infine, ma non per importanza, il pool dei 14 economisti francesi e tedeschi messi all’opera dalla Merkel e da Macron, sta elaborando un paper pieni di dolori per il nostro paese in materia di regole di bilancio, unione bancaria e quadro istituzionale. Lo analizza oggi dettagliatamente l’economista Sergio Cesaratto su il Fatto quotidiano: “proposte cervellotiche, parziali e destabilizzanti, volte esclusivamente a mettere l’Italia sotto scacco”.

Dall’aria che tira – e su cui in questa campagna elettorale sembrano fare i finti tonti – tutte le istituzioni dell’Unione europea chiederanno nuovamente all’Italia e agli Stati che si trovano nella sua posizione di “fare i compiti a casa”, e di farlo subito dopo le elezioni, magari con un governo di grande coalizione che obbedisca ai diktat europei. Ci aspetta una primavera di “lacrime e sangue”, meglio dirselo da adesso e prepararsi per tempo a combatterla.
* da contropiano.org

Napoli. Le periferie accettano la sfida di Potere al Popolo

VENERDÌ 26 GENNAIO ORE 16:30
Sala VIII Municipalità, Corso Chiaiano 48 – Napoli

CHIAIANO, BAGNOLI, SOCCAVO, FUORIGROTTA, PIANURA
SCAMPIA, SECONDIGLIANO, PONTICELLI, S. PIETRO, BARRA:
LE PERIFERIE ACCETTANO LA SFIDA!

Interverranno:

Salvatore Cosentino, candidato collegio Chiaiano, Bagnoli, Soccavo, Fuorigrotta, Pianura
Barbara Pierro, candidata collegio Scampia, Secondigliano, Ponticelli, S. Pietro, Barra
Michele Franco candidato al collegio uninominale per il Senato a Chiaiano, Bagnoli, Soccavo, Fuorigrotta, Pianura e Napoli Centro

#potere al popolo