Perché la piattaforma sociale Eurostop aderisce al presidio del 2 Ottobre a Napoli alle porte del Consolato Onorario di Germania.

In occasione del G20 del 6-8 luglio, il governo tedesco ha dispiegato un eccezionale dispositivo di ordine pubblico, teso a prevenire, con la forza militare e la minaccia della legge, ogni manifestazione di dissenso, disordine e contestazione, in una città occupata da decine di migliaia di manifestanti da tutta Europa.

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Uno sciopero legittimo contro il declino di Roma Capitale

Eurostop sostiene con convinzione le motivazioni dello sciopero cittadino a Roma del 29 settembre. Finalmente le organizzazioni sindacali indipendenti e conflittuali – in questo caso l’Usb – e i movimenti sociali hanno trovato il coraggio di una azione politica di denuncia e alternativa contro il declino economico, sociale, civile di Roma.

I posti di lavoro che fuggono al nord lasciandosi dietro le macerie di nuova disoccupazione, la folle logica della privatizzazione dei servizi pubblici che già tanti danni ha provocato proprio lì dove il “servizio” dovrebbe essere più efficace per il pubblico, l’escalation della speculazione di fronte alla ripresa dei prezzi immobiliari che invoca sgomberi e sfratti di massa, il degrado delle periferie dove istituzioni e fascisti alimentano la guerra tra poveri contro migranti e abitanti delle case popolari, indicano che le emergenze sociali a Roma stanno arrivando al punto di rottura.

La giunta comunale della Raggi per un verso e il governo regionale di Zingaretti per un altro, sembrano aver avviato una competizione reciproca all’inerzia e all’adozione di scelte che alimentano l’impoverimento della gente e la liquidazione dei diritti dei lavoratori come punto di tenuta dei diritti di tutti.

Lo sciopero del 29 settembre, che le autorità vorrebbero ostacolare o impedire in ogni modo, è invece un atto di coraggio politico che merita ampio e convinto sostegno da parte di tutti. Eurostop sostiene questa giornata di lotta dei lavoratori e degli abitanti di Roma Capitale.

Piattaforma Eurostop

Anche la Germania entra nell’epoca dell’instabilità

“Le elezioni in Germania segnano una svolta profonda nel sistema politico di quel paese,
che dopo decenni di stabilità entra, come tutta l’Europa, nell’incertezza e nella crisi di rappresentanza. Le due forze cardine del sistema politico tedesco, così come di quello europeo, i democristiani conservatori e i socialdemocratici, subiscono un tracollo perdendo oltre il 20% dei loro voti. Segno che il modello Germania, usato a paragone da tutti i governi e da tutte le autorità della UE per giustificare le politiche di austerità, questo modello comincia a mostrare lo stesso logoramento che si registra in tutti gli altri paesi che lo applicano. La spiegazione della sconfitta di Merkel e Schultz è solo una: agli evidenti successi economici e finanziari del modello tedesco corrisponde una sempre più forte rottura sociale per il crescere di diseguaglianze, ingiustizie, povertà ed emarginazione. Così come in tutta Europa.
Questa crisi sociale ha distrutto la grande coalizione e premiato tutte le forze di opposizione, in primo luogo gli xenofobi neofascisti, ma anche la sinistra radicale i liberali e i verdi. Così anche la Germania è entrata nell’epoca della instabilità.
La prima risposta di Merkel alla sconfitta è stata quella di colpire i migranti, come già fanno i governi di tutta Europa e quello italiano tra i primi. È la soluzione reazionaria alla crisi sociale, che prima viene propugnata dalle forze di destra estrema e poi fatta propria dal palazzo. Così si pensa di volgere la rabbia dei tanti esclusi dalla “ripresa” verso i più poveri, salvando le banche, la finanza, il sistema di potere UE.
La xenofobia di stato è l’ultima risposta che la UE ed i suoi governi tentano per conservare le politiche di austerità e guerra ai danni di tutti i popoli europei. Per sconfiggere questa politica bisogna metterne in discussione tutti i fondamenti e i vincoli che vengono da Euro, UE, NATO.Sì conferma così la validità di fondo delle ragioni per cui è nata Eurostop, cioè che solo riconquistando le periferie d’Europa alla lotta sociale e di classe in un più vasto blocco di popolo contro il potere, solo con la rottura totale con tutte le politiche degli ultimi trenta anni, si potrà fermare e sconfiggere l’onda reazionaria.
Per questo ora più che mai i governi europeisti, comunque mascherati, sono il primo avversario di ogni lotta per la democrazia e la giustizia sociale e questo diventa ancor più vero anche per il paese guida della UE, che entra in crisi come tutti gli altri.”

Piattaforma Sociale Eurostop

 

La Legge Minniti sui contesti urbani: il caso Napoli

La legge Minniti e Minniti-Orlando con le successive direttive di mezza estate non vengono certo dal nulla. C’è oramai nel nostro paese una nutrita storia di leggi per la repressione del conflitto sociale da un lato e dall’altro di norme liberticide antiimmigrati le quali, di fatto, sono una riproposizione, seppur in altra forma, della legislazione speciale degli anni ‘70. Ricordiamo che prima dell’avvento di Minniti, senza volere andare troppo in là nel tempo, sono state varate la legge Turco-Napoletano, la Bossi-Fini e vari pacchetti sicurezza tra cui il più famoso quello dell’allora ministro degli interni Maroni.

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La relazione introduttiva del convegno di Bologna contro la repressione

Relazione introduttiva al convegno di Eurostop a Bologna “Stop Minniti: Ordine pubblico o giustizia sociale?

A maggio di quest’anno Eurostop proprio da Bologna, ha lanciato un appello contro la repressione e per la difesa delle libertà democratiche, un appello che ha raccolto in pochi giorni decine di adesioni di giuristi, sindacalisti, accademici, attivisti sociali e politici.

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