Appello per Brexit tradotto in italiano

L’appello a sostegno della Brexit sottoscritto da personalità della sinistra e del movimento sindacale della Gran Bretagna

L’Unione Europea è ormai un’istituzione profondamente antidemocratica

L’infelice farsa della “rinegoziazione” di David Cameron sull’appartenenza della Gran Bretagna all’Unione europea è servita solo a mettere in evidenza il carattere regressivo e antidemocratico di questa istituzione (Rapporto, il 16 febbraio). Sappiamo che l’estrema austerità che imposta al popolo greco non è solo antidemocratica in sé, ma anche profondamente antidemocratico, perché le istituzioni dell’Unione Europea non potrà mai accettare  il parere espresso maggioranza della popolazione, tanto più  se questo parere  si esprime contro il progetto di libero mercato.

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Le crisi dell’Unione Europea

Alternative per il socialismo, n. 38
Franco Russo

Basta scorrere i titoli delle Conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo (17-18 dicembre 2015), per cogliere la gravità delle crisi in cui si dibatte l’UE: migrazioni, terrorismo, unione monetaria, mercato interno, clima, Brexit, ISIS e Siria. Leggendole ci si accorge subito che l’UE le affronta con il consueto approccio: varare misure per affrontare nell’immediato le crisi senza essere mossi da prospettive di lungo periodo, attuarle passo dopo passo, sempre però in funzione della costruzione e gestione del mercato unico sovranazionale, il vero e solo grande disegno delle élite europee. Nella ‘realtà effettuale’, per usare parole di Machiavelli, quelle che si vanno compiendo non sono scelte di routine, anche se l’UE le presenta business as usual. Questo approccio non è casuale, in quanto tipico del pluridecennale metodo funzionalista – ‘da cosa nasce cosa’, ciò che raffinati esegeti chiamano ‘effetti di spill over’; in secondo luogo, perché questa routine dai tratti burocratici esprime la consapevolezza delle élite europee dell’ampiezza dei loro poteri in grado di imporre le proprie scelte senza che in nessun paese – neanche là dove sono stati infranti equilibri politici come in Spagna Grecia e Portogallo – governi, partiti, sindacati o movimenti abbiano l’intenzione e, soprattutto, la forza di opporvisi. A scontrarsi, almeno a parole, con l’UE sono formazioni di estrema destra che si battono esclusivamente contro l’ingresso dei migranti e che come alternativa prospettano al più il ritorno allo Stato-nazione, ormai indebolito dalla devoluzione di poteri sovrani; oppure sono capi di governo, come Renzi, che sperano grazie alle polemiche con la Commissione di lucrare consensi nei sondaggi d’opinione e alle elezioni.

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Lexit: la UE è una istituzione profondamente antidemocratica

traduzione dell’articolo http://www.theguardian.com/world/2016/feb/17/eu-is-now-a-profoundly-anti-democratic-institution

 

La farsa miserabile della “rinegoziazione” di David Cameron sulla permanenza del Regno Unito nell’UE è servita solo a sottolineare la natura regressiva e antidemocratica di tale istituzione.

Sappiamo, dall’austerità estrema imposta al popolo greco, che l’Unione non è solo antidemocratica nel suo funzionamento interno, ma antidemocratica anche nel senso profondo che le sue istituzioni non permettono alla visione democraticamente espressa dalla maggioranza del popolo di imporsi se si mette di traverso rispetto al progetto liberista.

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L’accordo UE anti-BREXIT è una infamia sociale che anticipa il TTIP

L’accordo per far passare il sì al referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nella Unione Europea mostra tutta la malafede reazionaria e antisociale che è alla base di questa costruzione europea. L’Unione Europea trova l’unità solo quando si tratta di togliere diritti sociali a qualcuno, solo quando si possono stabilire gerarchie di potere e diseguaglianze. Si sta nella Unione Europea per colpire i diritti dei popoli e per creare gerarchie di privilegi tra stati e favorire i gruppi più potenti del capitalismo finanziario. Per tenere unita l’Unione Europe alla Grecia è stato imposto il memorandum che sta portando le condizioni sociali di quel popolo indietro di cento anni.
La Gran Bretagna è infinitamente più potente della Grecia, e quindi per restare nella Unione ha ottenuto misure di segno opposto, cioè la possibilità per le sue grandi imprese di godere tutti i vantaggi finanziari della Unione, ricordiamo che la FCA FIAT ha stabilito lì la sede fiscale per pagare meno tasse, e nello stesso tempo quello di pagare, per questi vantaggi, il meno possibile.

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Plataforma salir del Euro; “Un PIANO B per non andare da nessuna parte”

Un PIANO B per non andare da nessuna parte.

Dopo l’incontro celebrato a Parigi il 23 e 24 gennaio scorsi, le persone e le forze politiche unite in quello che si conosce come il “Piano B per l’Europa” si sono trasferiti a Madrid il 19, 20 e 21 di febbraio. L’avvio di queste iniziative rivela innanzi tutto la situazione precaria nella quale si trovano l’Unione Europea e l’incerto progetto d’integrazione del continente.

Per quanto si cerchi di sorvolare sulla desolazione sociale esistente, sul fallimento dell’unione monetaria, sul caos politico all’interno dell’Europa, risulta impossibile non avvertire un malessere generale e non sentirsi in obbligo, per coloro che si sentono di sinistra, di dire qualcosa sul problema di fondo, le contraddizioni sulle quali si fonda l’attuale Unione.

Su ciò si fonda il cosiddetto Piano B, sorto dopo il disastro rappresentato dalla capitolazione del governo Tsipras nei confronti della Troika nel luglio dello scorso anno.

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