Report riunione nazionale 5 marzo

Report riunione del Coordinamento Eurostop 05/03

La discussione non si poteva non aprire sulla questione della guerra. Infatti con l’approssimarsi dell’invio di militari in Libia, per una guerra già iniziata, definita “segreta”, senza discussione parlamentare e senza che nessun “governo fantoccio” abbia chiesto un intervento occidentale, si è confermata la serietà e precisione dell’analisi proposta dalle forze che danno vita alla Campagna Eurostop. Tanto che, in previsione della giornata di mobilitazione nazionale del 12 marzo, è già certo che ci sarà una adesione maggiore di quella già importante registrata il 16 gennaio.

a) Il quadro delle iniziative è infatti più nutrito del previsto:

Sicilia, a Catania; Ancona, Pisa, Bologna, Vicenza, Ghedi, Perugia (un’assemblea), Roma (aeroporto di Centocelle, comando interforze), Piemonte (due iniziative: a) in Val Susa, Clarea; b) Novara, dove c’è la fabbrica di parti degli F35), Napoli (base Nato di Lago Patria), Bari ed in altri luoghi si stanno organizzando ulteriori iniziative.

Lo scenario sembrava sul punto di precipitare già nei giorni scorsi, ma ora sembra ci sia un rallentamento temporaneo. In ogni caso, nel momento i cui cominceranno ufficialmente “i botti”, si è concordato di convocare immediatamente una manifestazione nazionale a Roma.

b) Il referendum confermativo sulla cosiddetta “riforma costituzionale” imposta dal governo Renzi.

La discussione è stata su questo punto lunga, articolata e vivace, visto che – a parte il referendum No Triv ormai fissato per il 17 aprile – si vanno coagulando forze diverse tra loro per un totale di ben 13 proposte di referendum abrogativi, che vanno a convergere in un’assemblea fissata per il 13 marzo. In sintesi: 4 sulla scuola, 3 sull’ambiente, 1 sui beni comuni, 1 sull’art. 18, 1 su appalti e esternalizzazioni, 1 sull’art. 8 (il famigerato “decreto Sacconi”), 1 sui voucher. Sulla possibilità di arrivare realmente a raccogliere le firme per tutti questi referendum è stato generalmente espresso molto scetticismo, per problemi di forze, di impegno finanziario e organizzativi.

Una simile “primavera referendaria” presenta certamente il vantaggio di far vedere quasi fisicamente, in ambiti sociali anche molto diversi tra loro, “che cosa ha fatto il governo Renzi”; e quindi potrebbe facilitare la convergenza e la partecipazione di massa per il “No” al referendum costituzionale, che Renzi vuol preparare come un plebiscito su di sé.

D’altro canto, c’è il forte rischio che le molte e diverse forze impegnate fin qui a distinguere tra “referendum costituzionale” e “plebiscito su Renzi” possano – nella loro propaganda e nel discorso pubblico – stemperare il carattere politicamente decisivo del referendum costituzionale. Finendo in tal modo per facilitare proprio il disegno renziano di presentare il referendum-plebiscito come “il nuovo contro il vecchio”, assicurandogli così la vittoria. Il referendum istituzionale del prossimo autunno e quello sull’Italicum hanno per Eurostop un valore centrale.

In base a queste considerazioni, dunque, prima di stabilire quale atteggiamento tenere verso queste proposte, si è deciso in ogni caso di attendere che siano formulati i quesiti referendari sui singoli temi, perché è chiaro che il merito è prevalente rispetto ad altre considerazioni. Per esempio: un quesito sulle modifiche dell’art.18 che non coinvolga anche le modifiche introdotte con “la Fornero” sarebbe una convalida pure e semplice dell’attuale prassi confindustriale (i licenziamenti “per motivi economici” sono attualmente la norma).
In previsione del referendum di ottobre, inoltre, si prone di organizzare fin d’ora un “No Renzi Day”, con manifestazione nazionale a Roma almeno un mese prima della consultazione referendaria.

c) Centralità della questione “Unione Europea”

Guerra e referendum rischiano di far passare in secondo piano quella che è la ragione costitutiva della campagna della Piattaforma Sociale Eurostop. Per questo si è deciso di organizzare per la seconda metà di maggio una/due giornate di discussione seria, prevalentemente con forze e soggetti nazionali, più qualche ospite straniero qualificato, per approfondire e rilanciare il tema della rottura e della fuoriuscita dalla UE e dall’Euro.

E’ noto che l’arco di forze che aveva dato vita al cosiddetto “piano B” è andata differenziandosi tra almeno tre anime: a) una che parla ormai apertamente di un solo piano “A” (Fassina, in primo luogo), quindi di “riforma” dell’Unione Europea per come realmente esiste; b) il “piano B” propriamente illustrato nel “manifesto di Parigi” (ritorno al sistema monetario comune in presenza di monete nazionali, ecc); c) forze che stanno lentamente aprendosi al ragionamento sulla rottura. La relazione futura con qualsiasi altro coordinamento internazionale, in sintesi, parte dal merito delle posizioni assunte, oltre che dalla serietà degli interlocutori.

In conclusione ribadendo la centralità strategica della lotta contro la Ue si è deciso di continuare con le assemblee regionali di costruzione e consolidamento locale della Piattaforma Sociale Eurostop e di costituire un coordinamento nazionale che gestisca unitariamente l’intervento complessivo che stiamo articolando su vari piani.

Piattaforma Sociale Eurostop

Roma 5 marzo 2016